Chi avrebbe, in Italia, il coraggio di mettere come leader di un partito politico un giovane e rampante dirigente classe 1970? Saremo mica diventati matti? Non scherziamo. D’Alema (classe 1949) impallidirebbe all’istante. Veltroni sfoggerebbe immediatamente qualche suo americanismo “what a fuck!”. A Prodi (classe 1939) prenderebbe un infarto. Piero Fassino (classe 1949), preso dal nervosismo, inizierebbe a mangiare e a mettere su chili. Rosy Bindi (classe 1951), farebbe un calendario sexy e Bersani (coetaneo della Bindi), inizierebbe ad uscire tutte le sere con Berlusconi. Suvvia, non facciamo gli spiritosi con queste battute. Vogliamo fare mica la fine delle sinistre europee?
In Belgio il leader del maggior partito di sinistra fiammingo, il Partito Socialista, Caroline Gennez, è una sbarbatella del 1975. Per non parlare della Finlandia, dove il leader del Partito Socialdemocratico (che rappresenta la sinistra), Jutta Urpilainen, è del ‘75 come la compagna belga. A Malta Joseph Muscat è a capo del partito laburista, ed è nato nel 1974. In Repubblica Ceca Bohuslav Sobotka è del ‘71 e guida il Partito Socialdemocratico ceco. Giusto “ciechi” dovrebbero essere quelli della sinistra per far governare un bambino! E perché, in Olanda? Il leader del Partito Laburista, Diederik Samsom, è anche lui del ‘71. Roba da pazzi.
E come se non bastasse ci sono quelli della classe 1960: Sergej Stanišev, nato nel 1966, comanda il Partito Socialista bulgaro. Che disonore per gli altri della sinistra balcanica!
In Albania Edi Rama è il leader del Partito Socialista, ed è nato nel 1964. Del 1966 è anche Helle Thorning-Schmidt, segretario dei socialdemocratici danesi. In Inghilterra Ed Miliband è a capo dei laburisti e non ha neanche la barba. È del 1969! In Slovacchia Robert Fico del 1964 guida lo Smer, maggior partito della sinistra slovacca. Borut Pahor, classe ‘63 è il segretario dei socialdemocratici sloveni. E pensare che i più “anziani” di tutti sono nati tra il 1960 e il 1962, e sono i leader dei partiti socialisti e socialdemocratici ungherese, austriaco, portghese e svedese, rispettivamente Ferenc Gyurcsány, Alfred Gusenbauer, António José Seguro e Håkan Juholt. Potrebbero essere nostri figli!
Pensate se ciò accadesse in Italia! I giovani inizierebbero ad interessarsi alla politica a quindici anni. Magari a diciotto entrerebbero già in un partito e, non sia mai, a venticinque riuscirebbero a diventarne i leader. Con il rischio che a trentacinque potrebbero governare il Paese. Che incubo. Non scherziamo. Quelle non sono vere sinistre. La sinistra, quella vera, siamo noi. Noi senza più capelli. Noi con la barba lunga e gli occhiali da vista. Puah! Vogliono fare politica senza neanche avere il pacemaker. Roba da pazzi. Mica vorremmo diventare come loro? Quelli fanno sul serio. Vincono le elezioni. Ma vogliamo scherzare? Noi non ci assumiamo questo rischio.
GIUSEPPE FERONE